CAMPO ESTIVO 2015 – CINA

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Anche quest’anno l’Associazione Drago D’Oro ha organizzato il campo estivo in Cina: quaranta ragazzi provenienti da tutta Italia si sono ritrovati all’aeroporto Marco Polo di Venezia nella mattinata del 2 Luglio, sotto un sole cocente, accolti dalle due insegnanti Chen Fenfen, docente con esperienza pluriennale nell’insegnamento del mandarino per i ragazzi dell’Associazione, e la sottoscritta, Miriam Goldoni, segretaria in direzione della Scuola Internazionale Italo Cinese, con una buona padronanza della lingua cinese, già stata sia per motivi di studio che di lavoro in Cina.

Il gruppo è ben assortito: ragazzi dagli otto ai sedici anni, img_0887chi nato e cresciuto in Italia che fatica a comunicare nella propria lingua madre, chi nato e cresciuto in Cina, da poco alle prese con la nostra lingua.
Il motivo proncipale per cui i genitori decidono di iscrivere i propri figli a questi campi scuola è quello di non far perdere loro il contatto con la terra natale, le sue tradizioni e la sua lingua. Offrire loro un’occasione per guardare la Cina con occhi curiosi e una mente pronta a scoprirne la storia.

Alle 16 l’aereo decolla, il viaggio è lungo e stancante, i ragazzi per essere riconosciuti vestono tutti la maglietta bianca dell’Associazione Drago D’Oro e portano al collo un cartellino di riconoscimento. Alle 9 del giorno seguente (ora italiana), atterriamo a Shanghai, dove i ragazzi vengono divisi in due gruppi, quelli più piccoli mi seguiranno per un campo sportivo mentre quelli più grandi andranno con la maestra Fenfen in una scuola media per seguire delle lezioni sulla lingua e cultura cinese.

img_5101Il campo sportivo accoglie più di duecento studenti da tutta la Cina e da diversi paesi del mondo (Italia, America, Francia, Germania ecc), divisi in grandi squadre, a seconda della propria passione sportiva: basket, pallavolo, calcio, nuoto, tennis, fitness, pin pong, golf questi i gruppi che ogni giorno si dedicano alla pratica del proprio sport. Alle sette viene servita la colazione nella mensa universitaria, poi ogni gruppo raggiunge la propria area per allenarsi.
I nostri ragazzi fanno parte della squadra del nuoto, questo significa che ogni giorno alle otto devono essere dentro l’acqua per il riscaldamento! Finita la lezione di nuoto, si passa alle lezioni di calligrafia o di letteratura cinese, in particolare ci ritroviamo a studiare un testo molto importante della tradizione cinese il “Di Zi Gui” 弟子规 – Norme per essere un buon allievo e bambino.
Il venerdì è la giornata in cui tutti i ragazzi si scontrano in diverse competizioni e giochi, ogni mercoledì invece si esce per una gita.
Mentre il mio gruppo si prodiga nello stile a rana e nella recitazione di versi in cinese antico, il gruppo di Fenfen studia la calligrafia cinese, realizza diversi lavori manuali tipici della loro tradizione (maschere, ritagli di carta, pittura di fiori ecc) e si prepara per un’esibizione finale tra canti e balli.
Queste due settimane di campo sono servite ai ragazzi perimg_5105 affinare la propria disciplina, per sfogare l’energia magari trattenuta in un anno di scuola e infine per poter stare a stretto contatto con bambini cinesi cresciuti all’estero come loro, stimolare lo spirito di collaborazione, di squadra, di aiuto reciproco.
Nessuno immaginava appena arrivati che sarebbe stato difficile separarsi dagli insegnanti di Shanghai, ma quando l’autobus con la maestra Fenfen e il resto del gruppo è arrivato al nostro hotel, i bambini sono scoppiati a piangere e hanno a lungo abbracciato i maestri, promettendogli di tornare a trovarli, qualora fossero ricapitati in questa grande città.

Passato questo momento di malinconia, i ragazzi, di nuovo riuniti, si concentrano nella prossima meta: Ningbo, città moderna, circondata dalle montagne, che ci accoglie con il suo cielo limpido e azzurro. Ed è proprio tra le montagne che si trova la scuola che ci ospiterà per i prossimi quindici giorni: un istituto rinchiuso in solide mura, che si affaccia su un incantevole lago, sembra di essere tornati alla Cina del passato, quella Cina di cui ci si innamora, per cui si perde il fiato.
In questa scuola, al cui ingresso vigila una statua di Confucio, i ragazzi sperimentano regole un pò più rigide rispetto a quelle a cui sono abituati: la puntualità, il silenzio, il decoro, l’ordine, il rispetto di semplici norme di convivenza (maschi e femmine dormono in due edifici separati, alle dieci le luci vengono spente dai custodi, le docce sono comuni per tutto il piano quindi bisogna organizzarsi per non trovarsi tutti nello stesso momento ecc) sono tutte cose che vengono sin dal primo giorno pretese dagli organizzatori.
Queste due settimane passano con una fretta di cui nessuno di noi si rende conto: tra lezioni di calligrafia, musica tradizionale, pittura, Taiji Quan, cultura cinese, manualità, cucina, danza tradizionale, cinema … tra gite alla scoperta di villaggi contadini, alla raccolta dell’uva, alla degustazione di prodotti tipici, alla visita dei luoghi confuciani … tra serate all’insegna del divertimento, con karaoke e giochi che coinvolgono anche i ragazzi degli altri gruppi, provenienti da Spagna, Taiwan e Los Angeles … il tempo scorre ricco e intenso, tutti gli studenti sono entusiasti e colpiti dalla quantità di cose nuove che hanno sperimentato.
img_5100Lasciamo a malincuore questo posto, ma il nostro viaggio volge quasi al termine: l’ultima tappa è la città natale di molti dei genitori dei nostri studenti, Qingtian, una città povera e ricca insieme, dai grandi contrasti sociali, che in parte riesce a disorientare i bambini per l’enorme diversità con le città italiane.
La scuola che ci ospita è in fase di ristrutturazione, le aule sono semplici e pulite, il cibo che ci offrono è sano e cucinato fresco ogni giorno.
Molti bambini hanno qui l’opportunità di ricongiungersi con i loro zii e i loro nonni, si sentono un pò stanchi ma estremamente felici.
In un batter d’occhio altre due settimane se ne volano via ed è già ora di riattraversare il mondo: il 14 agosto alle ore 15 atterriamo a Venezia, storditi dal viaggio e dall’impatto con una realtà che ci sembra ora quasi sconosciuta.
Questa totale immersione in terra cinese ha donato a tutti i bambini una nuova consapevolezza delle proprie radici, le ha fatte più solide, più forti, le ha nutrite di nuova linfa. Speriamo che la bellezza di questa esperienza possa manifestarsi negli alberi che questi ragazzi diventeranno, nelle foglie che coloreranno, nei rami che toccheranno il cielo accanto al resto dell’umanità.
Miriam Goldoni