Viaggio di studio in Irlanda e Spagna

Di recente, sono tornati gli studenti che fanno viaggio di studio in Irlanda e Spagna.

Limitata dalla politica di ingresso e uscita dell’epidemia di COVID-19, La Scuola Internazionale Italo Cinese non è stata in grado di organizzare gli studenti per studiare all’estero per due anni.

Ma dopo sei mesi di preparazione, i viaggi di studio in Irlanda e Spagna per gli studenti di liceo sono finalmente partiti all’inizio di febbraio.

Oltre ad imparare la lingua nella scuola locale, hanno anche girato le città locale e visitato i musei con la guida di un insegnante locale. Per praticare al meglio la lingua, gli studenti hanno vissuto dalle famiglie locali

Uno studente italiano ha detto che durante il viaggio in Irlanda, può sentire che il suo inglese è migliorato in modo significativo. Una studentessa cinese ha anche affermato che questo viaggio di studio le ha dato il coraggio di viaggiare in Irlanda da sola. Sperava di poter visitare di nuovo l’Irlanda.

Anche gli alunni di lice linguistico che sono andati in Spagna sono stati molto soddisfatti dell’organizzazione del corso e delle attività culturale di questo viaggio di studio. Molti studenti hanno affermato che attraverso le speciali attività di gioco realizzate dagli insegnanti, guidandoli a comunicare con i passanti locali, superando la loro paura di parlare spagnolo e realizzando il dialogo libero e sperimentando la facilità e la gioia della comunicazione linguistica.

Professore Tutino Giuseppe

Come recita un detto cinese: «chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita»: partire alla scoperta di nuovi luoghi è un’esperienza unica e irripetibile, poiché ogni viaggio lascia dentro ognuno di noi, una volta ritornati a casa, esperienze, immagini, sensazioni ed emozioni che, come direbbe il Sommo, «per verba significar non si poria».

Porterò sempre nel cuore la bellissima esperienza dublinese insieme alla cara collega Elena Rizzato e ai miei preziosi studenti di seconda, terza e quarta liceo: lo stage linguistico all’estero ha sicuramente avuto una grandissima importanza a livello didattico, dato che gli studenti hanno avuto modo di praticare la lingua straniera appresa durante le lezioni; tuttavia, in quanto insegnante, sento di dover sottolineare anche l’importanza che un’esperienza del genere ha potuto significare per i “miei” cari ragazzi, che si sono messi in gioco e, nonostante la grande timidezza, hanno dimostrato di essere veri cittadini del mondo. Infatti, il bello di un viaggio è anche, e soprattutto, il fatto che chi lo compie entra in contatto, oltre che con luoghi e lingue differenti, anche con persone, abitudini e culture diverse dalla propria. Chi viaggia esce dai propri schemi e dai propri paletti interni e si interfaccia, volente o nolente, all’Altro: uno dei compiti di noi insegnanti, che va ben al di là del mero aspetto didattico, è quello di educare i nostri discenti alla conoscenza di questo Altro, diverso e lontano da noi solo apparentemente, per guidarli verso l’accettazione della diversità in tutte le sue sfaccettature, di modo che le piccole parti di questo Altro con cui vengono in contatto incrementino il loro sapere, le loro emozioni, le loro sensazioni, la loro personalità e il loro modo di vedere il mondo e le cose anche con occhi diversi dai loro, perché il corollario della loro anima sarà arricchito da nuove sfumature, nuovi pigmenti emotivi tratti, appunto, dall’esperienza e dall’incontro con l’alterità.